Nella serata del 20 settembre scorso si è tenuta presso l’Auditorium parrocchiale l’Assemblea di Comunità. L’intento era quello di incontrare e far incontrare le persone che, a vario titolo e in modo diverso, sono impegnate nei vari ambiti e gruppi operanti in parrocchia, ma aperta anche a tutti coloro che si fossero sentiti parte di questa comunità, anche se non direttamente coinvolti in ambiti operativi. L’affluenza è stata decisamente notevole, segno di un bisogno più o meno palese di sentirsi appartenenti ad una comunità, dell’esigenza di far parte di una storia che parla di accoglienza, condivisione, amicizia. Don Leone introducendo il suo discorso stupisce tutti, che forse di memoria si difetta un po’, ricordando che il suo primo incontro con la nostra comunità di Torre Boldone è avvenuto esattamente 20 anni prima, proprio il 20 settembre. Ha fatto una cosa bella don Leone quel mercoledi sera: ci ha raccontato la nostra storia. La storia di persone che stavano facendo un cammino, ma si ritrovavano un po’ stanchi, molto disorientati, forse anche demotivati. Racconta di aver incontrato persone sfiduciate che avevano perso la guida (don Mario Merelli era morto e poco prima di lui anche don Giacomo Canova, don Mario Carminati, direttore dell’oratorio era stato nominato a Capriate) e a cui erano saltati i riferimenti e di conseguenza sovvertiti gli equilibri. Qualcosa però stava cambiando: l’arrivo del ciclone don Alfio e quello più tranquillo di don Pietro completato dalla presenza di don Fabio, avevano avuto completamento con l’ingresso in parrocchia del nuovo parroco, don Leone appunto (tempi d’oro quando la parrocchia si poteva permettere ben quattro preti!). Erano quelli di vent’anni fa tempi di profondi cambiamenti culturali e sociali e anche la parrocchia, pur avviata su buoni sentieri, aveva necessità di rinnovarsi, di darsi un volto nuovo e motivazioni più radicate. Era necessario creare un senso di appartenenza, di costruire una storia condivisa, da raccontare al futuro dei figli. Ed era necessario partire dalla fonte, da quel Battesimo che ci fa tutti figli per sentirci chiamati nella corresponsabilità, per dare consapevolezza della fede, comunione nella comunità, appartenenza, ministerialità. Passi compiuti giorno dopo giorno, con costante impegno, rimotivando il cammino finora percorso, ma dando nuovo vigore e senso all’operare, apportando quei cambiamenti che i tempi richiedevano, soprattutto nella liturgia e nella vita di oratorio, sono stati i punti cardine. Gratitudine viene espressa per coloro che si sono messi al servizio dei fratelli, per coloro che, soprattutto nella sofferenza, non hanno mai fatto mancare la preghiera, vero lubrificante per un motore che deve sempre ben funzionare. Per chi ci ha preceduto in Cielo e veglia sulla nostra strada, per i religiosi e religiose presenti sul territorio, vera ricchezza e testimonianza forte e preziosa. La strada da percorrere è ancora lunga in un tempo di individualismo, consumismo, secolarizzazione. Negli anni la comunità è cresciuta nella cultura della fede: oggi la sfida è proprio quella di elevarsi per diventare sale buono che insaporisce la storia di una terra che rischia l’aridità e l’impoverimento. I problemi ci sono, di natura umana, sociale e spirituale, ma in un contesto di pluralismo culturale e religioso si deve essere in grado di leggere la vita e lavorare per darle senso e qualità. La risposta può venire sono da Cristo e dalla sua Chiesa, mettendosi al suo seguito ed annunciando il Regno di Dio, senza chiusure e preconcetti. All’insegna della gratuità, in una sintonia che esprima fraternità, per irradiare Cristo, il profumo della sua Verità. Il messaggio per la nostra comunità ci viene dal Vangelo “Li chiamò perché stessero con Lui e per mandarli”. (Mc. 3,13-15). Li chiamò. Il cristiano è il chiamato, in lui si esprime la bellezza della vocazione. Perché stessero con Lui: è la radice della vita cristiana, essere membra del corpo di Cristo per mezzo dei Sacramenti e della preghiera, tralci della medesima vite. Per mandarli: forti della vita in Cristo e pronti per la missione verso i fratelli.
Loretta Crema
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