La lavanda dei piedi in Coena Domini

Lavanda Piedi 2015- (14)

Giovedì 13 aprile 2017 nella nostra parrocchia si è celebrata la Liturgia della Lavanda dei piedi, facendo memoria di quanto Gesù ha fatto nella sera dell’istituzione dell’eucaristia, lavando i piedi ai suoi apostoli come esempio e testimonianza di servizio alla Chiesa nascente. Per favorire la più ampia partecipazione sono state celebrate due funzioni liturgiche, una alle ore 16, presieduta da Don Angelo,  per i ragazzi e per quanti fossero impossibilitati a partecipare nelle ore serali e l’altra alle 20,45, presieduta dal prevosto Mons. Leone.

La prima lettura è tratta dal libro dell’Esodo cap. 12, nel quale si descrivono le prescrizioni della cena pasquale: “…Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!”.  La seconda lettura è dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi cap. 11: “Ogni volta che mangiate questo pane, annunciate la morte del Signore”. “…il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Il vangelo di Giovanni cap. 13 “Li amò sino alla fine” ci racconta l’ultima cena di Gesù con i suoi apostoli, lavando i piedi ai dodici in umiltà, prima di benedire il pane e il vino. Invitano a una profonda revisione di vita, le parole di Gesù, lasciateci a testamento spirituale: Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Lavanda Piedi 2015- (4)il celebrante, dopo aver invitato l’assemblea a una breve riflessione sul significato della cerimonia che si andava compiendo, dismessa la casula e indossato una grembiule si apprestava a lavare i piedi, nel pomeriggio a tredici prossimi comunicandi, la sera a dodici adolescenti. Significativa la curiosità dei bambini più piccoli che si sono accostati e accalcati attorno al celebrante Don Angelo, per osservare da vicino la semplice cerimonia pomeridiana; emblematico invece l’abbraccio fraterno del celebrante Don Leone agli adolescenti, dopo aver lavato loro i piedi, nella liturgia serale. Le due celebrazioni liturgiche in “COENA DOMINI” sono state allietate dai canti del coretto delle famiglie, nel pomeriggio, e del coro dei giovani nella serata alle quali  hanno partecipato numerosi e devoti fedeli.

A chiusura della liturgia serale, il celebrante, indossato il velo omerale, ha portato il Santissimo Sacramento in processione, accompagnato dai concelebranti e dai chierichetti, all’altare della reposizione deponendo la pisside nel tabernacolo.

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a cura di Luciano Tintori