NOTABENE: Il pensiero del nostro parroco su fatti di cronaca

SIAMO CHARLIE O SIAMO STRANI?

La tragicità dei fatti e la drammaticità del momento storico potrebbe rendere politicamente poco corrette le considerazioni che alcuni stanno facendo in questi tempi.

O forse le rendono più concrete e urgenti. In  tempi di … libertà di espressione, appunto. Chiedono diritto di cittadinanza, comunque, anche perché cercano di andare alla radice di tormentati eventi che stanno creando sconcerto e paura.

PiumaCi riferiamo a quanto accaduto a Parigi lo scorso mese, ma non solo, e che ha suscitato sdegno e generale condanna in (quasi) tutto il mondo.

In partenza già riemerge l’interrogativo se bene hanno fatto alcune potenze occidentali andando a portar guerra in Iraq e il Libia, improvvisamente svegliandosi di fronte a dittature che perduravano da decenni. Un correre sospetto, una solidarietà un po’ dipinta! A suo tempo il santo papa Giovanni Paolo II aveva scongiurato di non imbarcarsi in tale impresa, raccogliendo la preghiera e la contestazione di tanti di fronte al minacciato intervento in Iraq. Per il maldestro proposito di esportarvi una democrazia che si è rivelata  soltanto fonte di ulteriori conflitti e peggio di risentimenti verso un occidente,  a volte identificato con lo stesso cristianesimo, e generando quindi ritorsioni che sono diventate vere e proprie persecuzioni.

Premessa questa nota di carattere generale, a proposito dei più recenti fatti, qualcuno, dopo aver concordato senza alcuna remora sulla condanna degli omicidi perpetrati a Parigi in nome di un estremismo religioso impazzito e sull’attentato contro un settimanale satirico, si sta però chiedendo se “ è così pacifico che tutto possa rientrare nella mitizzata satira”, quasi un idolo a cui tutti si potrebbe sacrificare. Evidenziando, ben a ragione, che le religioni vanno rispettate, tutte. Perché i simboli religiosi, e quanto è connesso con la religiosità, toccano aspetti profondi della persona e corde di sensibilità non indifferenti. Qualcuno di fronte a certe ‘vignette’, cosiddette satiriche, rimane molto a disagio. Scrive un lettore di un quotidiano: “ sono perplesso di fronte all’uso di termini come ‘attentato alla libertà’ o ‘martiri dei valori europei’, come è stato detto e scritto qua e là, dopo i tragici eventi. Insultare la religione e i suoi simboli non mi pare sia un valore europeo e l’essere blasfemo non penso coincida con il valore della libertà di stampa”.

Un altro lettore del quotidiano scrive : “ la strage di Parigi da parte di estremisti religiosi è da condannare senza se e senza ma, così come va difesa la libertà di espressione. Che non va però confusa con la libertà di offendere. Perché se si paragona il Corano allo sterco o si raffigura la Madonna in atteggiamento osceno semplicemente si offendono i sentimenti religiosi di milioni di persone”.

Allora: siamo Charlie o siamo quantomeno strani? A dir poco.

Con qualche interrogativo sul nostro strano mondo occidentale e sul suo modo di maneggiare diritti e libertà.

–        E’ giusto, pur con il migliore intento ironico, irridere o ‘stuzzicare’ la sensibilità già esasperata di un mondo che fa fatica a capire la valenza della satira, per assoluta diversità culturale e anche per una propria concezione religiosa legata a principi altri?

–        E’ giusto, visto che i cristiani fanno parte di un mondo che pur dà credito all’ironia e per di più sono tenuti a ‘porgere l’altra guancia’ a differenza di altri, è giusto andar giù pesanti al limite e anche oltre la volgarità e l’irrisione irrispettosa nei riguardi si simboli, persone e aspetti della fede cristiana?

–        E’ giusto indignarsi con imponenti manifestazioni e ampia partecipazione di statisti per quanto accade in casa nostra o nel vicinato e dare per scontato, sottacendo o disinteressandosi, che migliaia di persone, soprattutto se cristiane, siano sterminate con le loro chiese e con i loro villaggi in Nigeria, in Iraq o in Siria dallo stesso fondamentalismo?

Ma allora siamo o non siamo Charlie? Come spesso accade in un mondo perbenista e doppiopesista, lo si è a seconda dell’aria che tira o delle  lobbies che sanno come condizionare le persone e gli stessi mezzi di informazione. Per di più con la certezza acquisita che se c’è di mezzo la religione cristiana, si può comunque sparare a vista, anche se questa è radice dell’albero su cui siamo seduti noi europei, volenti o nolenti. Sciocchi o autolesionisti? O indigesti nei confronti del cristianesimo?

Chiudiamo con l’espressione forte di papa Francesco, colta sull’aereo in volo verso le Filippine: “Non si uccide in nome di Dio. Mai. Ma non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può deridere la religione. Ogni religione ha dignità. Perfino colorito, il Papa nel suo amichevole conversare con i giornalisti, che chiama tutti a responsabilità. L’estremismo produce sempre danni e tragedie. Ma forse c’è un estremismo anche delle parole e delle ‘vignette’ che non fa meno danno, quando  manca… l’estremo rispetto!
DLL