La prima chiesa parrocchiale del nostro paese, dedicata a San Martino e precedente all’anno 1000, venne demolita nel 1740, insieme al campanile, per poter utilizzare i materiali da costruzione per la “fabbrica” della nuova chiesa.
La cappella che ora conosciamo come “San Martino Vecchio” e la colonna innalzata nel 1740, ricordano proprio il luogo della primitiva chiesa.
Le ricerche finora compiute non hanno dato la possibilità di scoprire con certezza se l’attuale chiesa (ad aula unica) fosse l’oratorio dedicato a San Rocco e posto a ridosso dell’antica parrocchiale o se siastata ricavata dal protiro della parrocchiale al momento della sua demolizione.
L’aula della chiesa – a pianta rettangolare – ha volta a crociera e un vecchio pavimento in cotto. Unici ornamenti: il dipinto che raffigura la Vergine mentre intercede presso il Figlio in aiuto delle anime del purgatorio e una statua lignea che rappresenta S. Martino di Tours in un’iconografia poco consueta: è infatti ritratto in abiti vescovili, anziché come soldato che divide il mantello col povero.
L’immagine della Vergine con le anime del purgatorio è decisamente consona al luogo, visto che nel terreno adiacente alla chiesetta c’era il cimitero del paese: questo ha fatto sì che, proprio a ricordo dei defunti, la chiesetta prendesse il nome di “chiesa delle anime del purgatorio”, prima che la popolazione cominciasse a chiamarla “San Martino Vecchio”, nome con il quale è conosciuta ancora oggi.
La parete esterna del protiro, prima dei restauri del 1982, presentavano in affresco una rudimentale danza macabra, con due scheletri che avevano il compito di ricordare ai fedeli il comune destino. Oggi, purtroppo, questi sono scomparsi.
Ancora oggi in questa chiesetta hanno luogo delle celebrazioni. Nel mese di maggio ci si riunisce per recitare il rosario e i festeggiamenti per la festa del patrono S. Martino iniziano proprio qui, la domenica che precede l’11 novembre.