Lettera aperta del consiglio pastorale

Verso le elezioni amministrative, elettori ed eletti, per il bene del paese

In vista delle elezioni amministrative il Consiglio pastorale parrocchiale intende offrire alcune considerazioni agli abitanti di Torre Boldone. Una voce senza pretese, ma convinta e chiara, con il richiamo a valori e aspetti irrinunciabili per una buona e saggia amministrazione. Da tradurre in scelte concrete con spirito di collaborazione e di rispetto nelle comprensibili differenze tra le varie posizioni politiche. Con l’augurio a chi sarà eletto dai cittadini di svolgere con saggezza il proprio compito civico. Per il paese e con sguardo all’Europa e al mondo, che ormai è di casa.

“La Chiesa stima degna di lode e di considerazione l’opera di coloro che, per servire gli uomini, si dedicano al bene della cosa pubblica e assumono il peso delle relative responsabilità”. (Concilio Vaticano II, Costituzione  pastorale Gaudium et spes, n. 75).

“La politica è una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri. In questi tempi è la più alta forma di carità”. (Paolo VI, Lettera Apostolica Octogesima adveniens, n. 46).

LA POLITICA PER IL BENE COMUNE

Il bene è ciò che perfeziona la persona. Ogni persona. Sempre in una visione sociale e comunitaria  e con attenzione all’ambiente. La politica, assumendo come ottica del pensare e dell’agire la polis, la città, l’abitare degli uomini fa scelte conseguenti secondo il criterio del bene comune.

Questo impegna a:

* pensare politicamente: ossia a riflettere con orizzonti ampi, avendo il senso globale della società attuale e di quella che si vuole costruire. In pratica ci si deve chiedere: quale idea di paese, quali le scelte essenziali e necessarie per la qualità della vita di un paese e delle persone che lo abitano?

* agire politicamente: non basta aggredire i problemi con dichiarazioni di principio se non si individuano strumenti di traduzione pratica. La politica è l’arte del ‘fare’ il bene concretamente possibile, nell’ottica del bene di tutti.

Questo richiede persone disponibili al lavoro paziente e non improvvisato, allenate al servizio alla collettività. Che non cercano l’appariscenza propria o di un gruppo.

SGUARDO AD ALCUNI AMBITI

– Il primato della persona 

Ogni essere umano è persona, chiede rispetto e ha diritto di cittadinanza, dal concepimento alla morte naturale. L’attenzione alle situazioni fragili (disabilità, solitudine, emarginazione, situazione economica…) e l’integrazione vanno organizzate e gestite con razionalità e generosità, anche a riguardo di quanti non appartengono alla nostra cultura. 

– La centralità della famiglia

L’impegno per un progetto coerente sul fronte delle politiche familiari riconosce la famiglia come “soggetto sociale”. Al bene della famiglia sono correlate: la tutela della vita umana, la prevenzione dei disagi e delle devianze, la cura della salute, la particolare attenzione alle situazioni dei bambini e degli anziani nelle necessità specifiche. Come pure il sostegno nei momenti problematici della famiglia che toccano gli aspetti relazionali, educativi ed economici.

– La sussidiarietà

L’Istituzione locale ha il compito di appoggiare e valorizzare i soggetti sociali, gruppi e associazioni, presenti sul territorio. Intanto apprezzando e quindi sostenendo anche economicamente il loro servizio alla comunità. Il loro impegno non diminuisce la responsabilità dell’Istituzione pubblica, a cui compete di garantire ai cittadini i servizi fondamentali e un’accettabile qualità della vita. Con ponderato e saggio uso delle risorse economiche..  

– Cultura e educazione

Cultura ed educazione sono ambiti fondamentali per aiutare a leggere la vita e la storia in modo lungimirante e partecipato, per immaginare prospettive condivise di cambiamento e ridestare la persona a un interesse per la vita comune e la cosa pubblica. Tenendo conto che anche ogni parola, atteggiamento e azione del rappresentante della Istituzione ‘fa’ cultura, ‘crea’ cioè un modo di pensare nella gente. Per questo deve essere ponderata e tesa a un ragionamento pacato sui vari problemi sociali.

-Territorio e ambiente

Essenziali sono per il buon amministrare la valorizzazione e il rispetto del territorio, con scelte ponderate e non legate soltanto a fattori economici, per un ambiente abitabile e per consegnare un paese vivibile e accogliente alle nuove generazioni. In questo spirito si può parlare anche del problema della ‘sicurezza’, legato a una rete di buon vicinato e a una concreta e attenta solidarietà. Da costruire con percorsi formativi, dove tutti i cittadini vanno coinvolti.

Attorno a questi ambiti vanno valorizzati specifici tavoli di confronto tra Istituzione e i ‘soggetti sociali’ per concordare e coordinare interventi, con un monitoraggio periodico, obiettivo e progettuale. Per non disperdere e frammentare le energie, soprattutto nell’azione verso le persone e le famiglie. E non appoggiandosi semplicemente a supplenze o deleghe.

LO STILE DELL’AZIONE POLITICA

Lo stile dell’azione politica per i cristiani è una fondamentale cartina al tornasole del valore attribuito alla dignità delle persone. Non si possono accettare comportamenti politici

– che escludano persone o gruppi

– che istighino al disprezzo per gli avversari o alla denigrazione di chi pensa diversamente

– che preferiscano gli attacchi alle persone piuttosto che il confronto sui problemi e sulle proposte. Merita consenso chi accetta il confronto sui problemi, senza inventare nemici da combattere o capri espiatori di comodo. 

Ai politici e amministratori va chiesto di leggere, ascoltare e coinvolgere i nuovi e vecchi soggetti sociali: centri culturali, parrocchia, ambiti di animazione sociale, opere assistenziali e di solidarietà, associazioni sportive e ricreative, gruppi di custodia dell’ambiente.

Lo stile è quello del “dialogo” con tutti e della “proposta” in positivo per contribuire alla migliore soluzione dei problemi. 

– Qualità dei candidati

Ai candidati sono richiesti l’affidabilità per capacità politica, trasparenza, competenza, impegno sociale; per coerenza e onestà nella vita personale e professionale; per volontà di dialogo rispettoso e da ampio coinvolgimento

INSIEME PER LA CASA COMUNE

Va richiamato con forza il valore della partecipazione e della responsabilità; dello spendersi per il bene comune. Significa andare a votare, informarsi e documentarsi sulle questioni più rilevanti, fino alla disponibilità dell’impegno personale.

“Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella politica, ma tutti  in seno alla società. Ogni cittadino, ogni associazione e ogni istituzione sono chiamati a intervenire a favore del bene comune. Intorno a loro si sviluppano legami e sorge un nuovo tessuto sociale con un senso di solidarietà che è consapevolezza di abitare una casa comune” (Papa Francesco).

                           Il Consiglio pastorale della parrocchia di Torre Boldone

La misura alta della politica, la testimonianza di Giorgio La Pira

Oggi, nel mondo politico, non capita più di sentire discorsi come quello che proponiamo: spesso prevale l’opportunismo, il desiderio di poltrone, il tornaconto personale. Giorgio La Pira era libero: aveva scelto di amare e di servire e, pertanto, non temeva di perdere il potere. Egli aveva una sola paura: quella di non poter servire il prossimo. Giorgio La Pira era limpido: era un santo! Santo in politica. Sembra una contraddizione in terminis, ma è semplice coerenza, umana e cristiana. E quindi doverosa per ogni amministratore e politico.

Il 24 settembre 1954 Giorgio La Pira pronunciò un memorabile discorso al Consiglio Comunale di Firenze. Egli era tanto amareggiato per le critiche ricevute a motivo della sua presa di posizione a favore dei licenziati e degli sfrattati e affrontò decisamente l’argomento dicendo:
“Signori Consiglieri, si allude forse ai miei interventi per i licenziamenti e per gli sfratti e per altre situazioni nelle quali si richiedeva a favore degli umili, e non solo di essi, l’intervento immediato, agile, operoso del capo della città? Ebbene, io ve lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia! Ma non avete il diritto di dirmi: signor Sindaco, non si interessi delle creature senza lavoro, senza casa, senza assistenza (vecchi, malati, bambini). É il mio dovere fondamentale questo: dovere che non ammette discriminazioni e che mi deriva prima che dalla mia posizione di capo della città – e quindi capo della unica e solidale famiglia cittadina -,  dalla mia coscienza di cristiano: c’è qui in gioco la sostanza stessa della Grazia e dell’Evangelo! Quindi, signori Consiglieri, è bene parlare chiaro su questo punto! Ripeto, voi avete un diritto nei miei confronti: negarmi la fiducia: dirmi con fraterna chiarezza: signor La Pira, lei è troppo fantasioso e non fa per noi! Ed io ringrazierò: perché se c’è una cosa cui aspiro dal fondo dell’anima è il mio ritorno al silenzio e alla pace della cella di San Marco, mia sola ricchezza e mia sola speranza! Ed è forse bene, amici, che voi vi decidiate così! Io non sono fatto per la vita politica nel senso comune di questa parola: non amo le furbizie dei politici e i loro calcoli elettorali; amo la verità che è come la luce; la giustizia, che é un aspetto essenziale dell’amore; mi piace di dire a tutti le cose come stanno: bene al bene e male al male. Un uomo così fatto, non deve restare più oltre nella vita politica che esige – o almeno si crede che esiga – altre dimensioni tattiche e furbe! Ma se volete che resti ancora sino al termine del viaggio, allora voi non potete che accettarmi come sono: senza calcolo; col solo calcolo di cui parlava l’Evangelo: fare il bene perché è bene! Alle conseguenze del bene fatto ci penserà Iddio!”.

Un saluto ed un grande grazie ad Aldo

Aldo Covelli è stato uno dei “padri fondatori” del Cinema a Torre Boldone. Ha azionato cinema digitale -2014-2le prime macchine da proiezione dell’Auditorium di Torre Boldone e da anni aveva ripreso a sostenere le attività di proiezione con impegno, partecipazione, grande senso di responsabilità e facendosi maestro e genitore dei ragazzi che si sono avvicinati alle attività collegate alla proiezione e alla gestione dell’Auditorium dell’Oratorio di Torre Boldone.
Oggi, lo abbiamo salutato in chiesa e accompagnato in questo ultimo viaggio di proiezione verso l’abbraccio del Signore.
Aldo è stato un esempio per tutta la comunità, per la sua famiglia, per le amicizie e per tutti i suoi allievi “proiettori”!

C.I.

cinema digitale -2014-1Pubblichiamo queste righe scritte da un amico di vecchia data, proprio nel momento di mostrare il nuovo programma di film di inizio anno. Siamo certi che Aldo sarebbe stato ancora al suo posto accanto alla macchina per la proiezione per farci trascorrere l’ennesima bella serata seduti sulle poltrone del nostro auditorium. Un saluto ed un grazie anche dalla Redazione del sito.

Il Presepe, nella nostra chiesa parrocchiale

Nella nostra chiesa parrocchiale anche quest’anno è stato realizzato all’altare della Madonna un presepe, come i tanti che nelle nostre case si compongono di anno in anno, ma che ha voluto sottolineare quanto nella nostra tradizione comunitaria sia Presepe-2018_ (10)impegno di persone appassionate e sensibili a questo momento peculiare, dello srotolarsi della nostra fede nei tempi liturgici proposti dalla Chiesa. Il presepio quest’anno è stato creato da Stefano Sala, un giovane talento della nostra comunità, in memoria dell’indimenticabile Pietro Adobati che per tanti anni e con grande passione ha ideato e costruito i nostri apprezzatissimi presepi. Stefano ha coltivato questa sua passione fin da piccolo, nel pensare e realizzare presepi in casa sua o per parenti; dopo la maturità ha pensato bene di indirizzare la sua crescita culturale in questo settore e così specializzarsi negli studi ottenendo la laurea di “restauro-pittorico”. Autodidatta nell’apprendere tecniche e conoscenze dei materiali specifici, ha saputo addentrarsi nell’arte di comporre presepi osservando con attenzione e curiosità quanto di interessante e originale altri appassionati avevano realizzato nel corso degli anni, ottenendo così risultati  lodevoli per l’ammirazione di quanti hanno e avranno l’opportunità di visitare i suoi presepi. Un grazie riconoscente a Stefano per il suo impegno e la sua disponibilità, con un augurio che questa sua passione possa tradursi in un cammino colmo di soddisfazioni e apprezzamenti per la sua testimonianza di fede, attraverso l’arte semplice ma profonda, nel Natale del Signore Gesù.

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Il presepe, la veglia: è Natale!

E’ giunta finalmente, l’abbiamo attesa, ed ora è qui…  la Veglia! nell’attesa della notte Veglia-Natale_ 2018- (5)Santa, dentro la quale il Dio dei viventi si è fatto uomo come noi, in semplicità, in umiltà, in mansuetudine. Ecco il presepe, dentro la nostra chiesa parrocchiale, l’abbiamo ammirato ed esso ci ha raccontato un po’ della realtà nella quale Gesù è venuto a trovarci, mostrandoci la quotidianità del tempo, evidenziandoci la fatica, allora come ora, del vivere quotidiano…I nostri adolescenti ci hanno accompagnato nella veglia di Natale, aiutandoci a riflettere sul significato di un Attesa, sul valore di una Nascita, sulla verità dentro il Mistero: Dio si è fatto uomo!

“Decidere è potare il desiderio e permettere alla sua linfa di concentrarsi sulle gemme migliori per dare frutto…”

“I desideri più profondi spingono da dentro, sono la linfa della nostra vendemmia, un destino che può trasformarsi in destinazione. Richiedono il coraggio della vera libertà e così ci liberano dalle illusioni di bene e dai miraggi di felicità…”

“Santa Maria, Vergine del meriggio, donaci l’ebbrezza della luce…!”

“…c’era una volta Gesù, come nelle migliori delle favole. La mia vita segue altre logiche per essere felice: Gesù c’era una volta… eppure… non posso fingere di non vedere qualcosa, anche solo una scheggia di vangelo, un coriandolo del regno di Dio, un’intuizione maldestra di Dio…

Quando riesce a toccare la mia vita, la entusiasma e l’accende come nient’altro, così, la tocca, … e la cambia, e mi sento vivo! Questa è la vocazione!!!

Sentire nelle midolla che qualcosa della vita di Dio c’entra con la mia vita. Questa è la bella storia ancora da raccontare. Che di tutto il mistero infinito di Dio c’è qualcosa che è proprio per me, che mi aspetta da sempre.

CHE LA STORIA  DI GESU’ CHE C’ERA UNA VOLTA, HA UN APPUNTAMENTO IRRESISTIBILE CON LA MIA VITA CHE C’E’ ADESSO!”.

E per noi, Gesù… c’era una volta, o c’è adesso?

 Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.

Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide Veglia-Natale_ 2018- (7)chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
                                                                    Lc 2, 1-14

Luciano Tintori

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Arcabas, I colori del Vangelo

Nella serata di sabato 22 dicembre, nella chiesa Comunità Nazareth in Torre de Busi è Rosella Ferrari - Arcabasstato presentato il volume: “I colori del Vangelo”, pubblicato da Edizioni Aeper, pensato scritto e realizzato dalla nostra concittadina Rosella Ferrari, guida turistica e collaboratrice editoriale del nostro Notiziario. Questo secondo volume continua l’analisi artistica e letteraria, iniziata con il primo libro “La mamma di Gesù”, delle realizzazioni del celebre pittore e artista francese Arcabas, scomparso nell’agosto scorso, apprezzato per il suo impegno nell’arte sacra. L’autrice, attraverso  le splendide immagini, descrive particolari riflessioni e profonde emozioni che i personaggi rappresentati suscitano nella mente e nel cuore di chi li osserva, da san Giuseppe a sant’Anna, da santa Elisabetta a san Giovanni Battista ect,  rivelando così sopra ogni altro, l’aspetto umano della Madonna. E’ un volume che vuole essere per la sua specificità mariana, un’Ave Maria per Jacqueline, moglie di Arcabas, scomparsa l’anno scorso e che Rosella ha voluto dedicarle per la profonda amicizia e reciproca stima che da molto tempo le accomunava nel medesimo spirito religioso e grande sensibilità artistica. Il libro presenta cinquanta episodi del Vangelo, raccontati dalle opere di Arcabas e dalle parole dell’autrice; artista e scrittrice hanno condiviso un sogno: che questo libro possa diventare strumento per una nuova forma di catechesi e per la conoscenza del Vangelo attraverso l’arte, che ne è veicolo. Un libro che è fatto di arte e di parole, che si propongono come veicolo della Verità.

La Parrocchia in festa per Don Leone

1968 /2018 PRETE DA CINQUANT’ANNI

DonLeone50- (17)Dopo accurati preparativi e bisbigli perché tutto restasse nella sorpresa finale ma anche con qualche avvisaglia per alcune autorizzazioni che comunque si sono dovute richiedere al “buon padre di famiglia”, ecco che finalmente si è arrivati al giorno del 50° anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale del nostro amatissimo e stimatissimo prevosto, Monsignor Leone Lussana. La celebrazione Eucaristica accompagnata dai lodevoli canti del coro parrocchiale è stata concelebrata in comunione con il festeggiato anche da alcuni Sacerdoti della Vicarìa, che hanno voluto condividere il momento solenne e il traguardo raggiunto del nostro parroco. Un prologo alla Santa Messa è stato letto dalla sig.a Anna Elisa Colleoni, sindaco di Torre Boldone negli anni ’90, interpretando i sentimenti di riconoscenza e gratitudine di tutta la popolazione per i 21 anni di servizio svolto da Don Leone nella nostra comunità parrocchiale. Nella commossa omelia, il festeggiato rimarcando i vari momenti della sua DonLeone50- (31)attività pastorale nell’ambito della diocesi di Bergamo, ha voluto evidenziare tre canti spirituali che più hanno caratterizzato e segnato nel profondo la sua scelta vocazionale: il Miserere, il Te Deum, il Magnificat! Il Miserere: tratto dal Salmo 51 è un inno di gloria al Signore, perché in esso il cristiano esprime il suo pentimento ed invoca la misericordia divina. Il Te Deum: è un inno legato alle cerimonie di ringraziamento, cantato nelle solennità liturgiche e la sera del 31 dicembre, per ringraziare dell’anno appena trascorso e che anche nella ricorrenza attuale vuole significare un riconoscente grazie al Signore per ogni dono ricevuto. Il Magnificat: è il cantico contenuto nel primo capitolo del Vangelo di Luca, con il quale Maria loda e ringrazia Dio perché si è benignamente degnato di liberare il suo popolo; una preghiera di ringraziamento che celebra in tre momenti successivi la storia salvifica contemplata nella nuova prospettiva del suo compimento: fede, speranza, amore! Strada maestra che conduce al Signore! E’ il vangelo della domenica IVa di avvento:

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».                                                                                                           (Lc 1,39-45)

Al termine della celebrazione Eucaristica, la comunità ha fatto dono a Monsignor Leone DonLeone50- (40)di un computer affinché il festeggiato possa continuare con mezzi adeguati e aggiornati il ministero sacerdotale. E’ seguita poi nel Centro Santa Margherita un apericena dentro la quale numerosissimi parrocchiani hanno potuto formulare dal vivo e in modo ravvicinato i migliori auguri, per il traguardo raggiunto e per un prolifico proseguimento della attività pastorale. I festeggiamenti sono poi proseguiti nel cine-teatro Gamma, dove in condivisione con il programma vicariale all’interno della “Notte che si illumina” la parrocchia di San Martino del nostro paese ha offerto a tutta la comunità e alla Vicarìa, una rappresentazione teatrale degna di lode e ammirazione: “Il presepe: che meraviglia!” del Centro Culturale Il Rosetum dei Frati Cappuccini di Milano, della quale pubblichiamo un articolo ddicato. Per concludere poi sempre nel Centro Santa Margherita, il taglio della grande torta con la scritta in caratteri cubitali: 50° Ordinazione Sacerdotale. Abbiamo pregato per il nostro Prevosto con gratitudine e riconoscenza! Abbiamo ringraziato il Signore che ci ha fatto dono del nostro Monsignore per la sua solare e preziosa presenza! Abbiamo formulato al nostro Don Leone un augurio speciale, …ad multos annos! A lode e per la gloria del Signore. Amen

Luciano Tintori

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Il presepe, che meraviglia!

Nella serata di sabato 22 dicembre nell’auditorium parrocchiale, a conclusione della Presepe-Meraviglia- (34)preparazione al Natale, nell’ambito della “Notte che si illumina” proposta dal nostro Vicariato,  si è tenuta la rappresentazione teatrale : “Il presepe, che meraviglia!”, a cura del Centro culturale e artistico “Rosetum”.  Il Centro cattolico, fondato nel 1956 dai frati francescani nella città di Milano, organizza conferenze, convegni e manifestazioni artistiche con concerti, teatro, danza classica, pittura e scultura. E cammin facendo è  giunto anche nella nostra comunità e ci ha proposto un appassionante spettacolo teatrale in un singolare e particolareggiato Presepe-Meraviglia- (9)racconto della nascita di Gesù attraverso i personaggi del presepe. Una rappresentazione che nella sua  semplicità scenografica, ha saputo trasmettere all’attento  pubblico il messaggio profondo del Natale, attraverso la realizzazione a scena aperta del  tradizionale presepe, ideato da San Francesco nel lontano 1223 a Greccio. Ad ognuno dei personaggi che veniva collocato dentro il “praesaepe”, che significa “mangiatoia, greppia” traduzione letterale dal latino, è stato dato nel corso dello spettacolo, un particolare e speculare significato, fatto emergere dalla pantomimica esilarante dei tre brillanti attori, di cui anche Padre Marco, frate Cappuccino, e da monologhi e dialoghi che hanno appassionato e coinvolto l’intera platea, talvolta compartecipando alla rappresentazione stessa.

Luciano Tintori

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Avvento 2018, gli incontri …

Durante l’avvento, in preparazione al Natale, nella nostra parrocchia si sono tenuti 2 iAvvento-2018-Incontri- (12)ncontri che hanno avuto come tema specifico particolare: la preghiera, vissuto quotidiano nella nostra realtà di credenti. Martedì 4 dicembre: “Clausura: la vita sprecata”: un forte momento di riflessione ci è stato proposto da Madre Maria Teresa, abbadessa del Monastero di Santa Grata, in città alta. Una vita monastica claustrale, trascorsa “nel parlare a Dio degli uomini” come lei stessa ci ha testimoniato, in una continua ricerca del Bene assoluto fatto di preghiera, sacrificio, relazioni forti, benché circoscritta al perimetro del monastero eppur vissuta con  ampia visione sul mondo intero. Martedì 11 dicembre: “Il respiro della vita: la preghiera”: il prof. Don Ezio Bolis del Avvento-2018-Incontri- (16)seminario di Bergamo ci ha sottolineato l’essenza vitale di un rapporto costante con Dio esplicato attraverso la preghiera. Una relazione d’amore che si costruisce, si alimenta e si realizza in un dialogo continuo con Dio, pertanto un invito affinché la preghiera non sia un momento separato del vivere quotidiano, ma diventi una relazione avvolgente del nostro vissuto nell’incontro  con il Creatore, con parole spontanee e altre suggerite dalla Chiesa attraverso la Liturgia, nella lettura dei  Salmi, nelle preghiere Mariane.

Luciano Tintori

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Auguri al nostro Parroco, e un enorme Grazie!

Don Leone Anniversario 2018 - 00Cade, in questo mese di dicembre, il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale del nostro parroco don Leone Lussana. Cinquant’anni sono una bella cifra, tante vicende sono passate in questo mezzo secolo nella storia comunitaria e in quella personale di ciascuno. Alcune serene e altre meno, ma è la vita, con i suoi alti e bassi. Oggi vogliamo raccontare un frammento di storia, quella del nostro monsignore (perché questo è ora il suo titolo), che sì è dipanata tra le storie delle tre parrocchie che lo hanno visto protagonista del suo ministero presbiterale. Fosse stato per lui, il monsignore ma non troppo, questa ricorrenza sarebbe passata quasi in sordina, magari con poche parole di ringraziamento per la liturgia celebrata a ricordo o nel trafiletto del diario sul notiziario. Questa volta invece la redazione unanime è insorta contro il diktat del capo e, mettendolo biecamente in minoranza, ha optato per stendere un articolo, per il quale mi sento in apprensione, perché, credete, non è facile parlare di qualcuno senza scadere nella retorica o in una facile incensazione. Don Leone è con noi da più di vent’anni e, dobbiamo ammetterlo, sta lasciando un’impronta piuttosto profonda. Sarà la sua origine scalvina (gente di montagna, forte e temprata), la sua formazione culturale e spirituale, la sua esperienza sacerdotale vissuta in pienezza, che ci è stato consegnato un pastore quale lui ora è. Forgiato delle esperienze vissute a Borgo Palazzo, a Bratto e ora Torre Boldone. Don Leone Anniversario 2018 - 01Qualche mese nei fine settimana a Mariano di Dalmine, dopo l’ordinazione sacerdotale, mentre erano ancora in corso gli studi di teologia. Una breve e saltuaria esperienza, ma ricca di incontri e di una pastorale che prendeva slancio dal Concilio ecumenico da non molto concluso. Un assaggio insomma di come sarebbe stato il cammino. In effetti è stata la parrocchia di Borgo Palazzo, in città, la sua prima destinazione. Una grossa parrocchia, con una storia solenne, ma con un oratorio da rifondare, da ricostruire umanamente, negli anni della contestazione sessantottina, con tutti gli annessi e connessi che quel periodo si portava appresso. Catapultato in quella realtà, senza collegamenti, lui che venendo da Schilpario non aveva mai vissuto questa esperienza aggregante, il giovane don Leone si rese conto che quell’incarico poteva rappresentare un grosso rischio. Non venne meno però al suo nome e alla sua determinazione, fece in modo che ciò potesse trasformarsi in opportunità. C’era un tessuto giovanile da ricostruire: adolescenti impegnati nelle lotte a scuola, in famiglia, nelle istituzioni, ma con identità spesso confuse e contrastanti, non di rado impreparati di fronte a questo nuovo fenomeno. L’oratorio ne risentiva, coinvolto in quel subbuglio di ideali a volte sbandierati, a volte sottaciuti. Il lavoro non mancava, fortunatamente ebbe dalla sua parte un parroco lungimirante, don Stefano Baronchelli, che non gli fece mai mancare il suo appoggio morale e spirituale. Grande sostenitore della necessità di un rinnovamento della Chiesa negli anni post conciliari, lavorò con entusiasmo infondendo fiducia nel suo giovane curato, per lasciare un imprinting e adoperandosi a costruire sintonia tra i preti, con il Consiglio Pastorale, nell’oratorio, nella catechesi con gli adolescenti e giovani. Furono anni di operato pionieristico che, se cominciavano a dare frutti di crescita umana, avevano anche fornito a quel giovane curato un bagaglio di esperienze di notevole peso. Uno zaino pieno di incontri e scontri, di competenze e impegni, di gioie e fatiche, da caricare sulle spalle e ripartire. Già, perché dopo quindici anni (dal ’69 all’84) era ora di raggiungere, zaino in spalla, appunto, una nuova destinazione. Don Leone Anniversario 2018 - 04Quest’altra lo avvicinava a casa: solo il Passo della Presolana, pochi insidiosi tornanti lo separavano dalla sua valle, giusto il versante opposto del massiccio dolomitico che sovrasta il paese. Qui arrivò da parroco per prendere in mano, da solo, una realtà parrocchiale completamente diversa, agli antipodi di quella fino allora conosciuta e vissuta. Un comprensorio di alta valle, dove sul territorio comunale erano presenti ben tre parrocchie. Anche qui c’era una realtà da ricostruire, una pastorale da rivisitare, con un’attenzione particolare al momento storico, dove un’espansione economica e un privilegiare i beni materiali, allontanavano gli echi conciliari che faticavano a mettere radici. Ancora una volta si rese necessario adoperarsi per far funzionare al meglio le cose, praticamente ‘tirarsi su le maniche’ e progettare. L’intuizione giusta fu creare sintonia con gli altri sacerdoti, dove il rispetto per la personalità e l’operatività di ciascuno avrebbe portato a quell’unità di intenti necessaria per la buona vita delle persone. Con un obiettivo ulteriore: la cura dei turisti, in un paese che da circa tremila abitanti, passava a 20/30 mila per tanti mesi l’anno, essendo il luogo frequentato sia in estate che in inverno per la stagione sciistica. Un no stop insomma, che impose un rinnovamento della pastorale, un ripensamento alla luce delle numerosissime presenze a cui erano dedicati incontri di formazione, di preghiera, accostamento comunitari se non anche personali. Da non dimenticare poi l’impegno materiale per il radicale rinnovo delle strutture parrocchiali, la chiesa per esempio, costato tempo, mente, cuore e, naturalmente, risorse finanziarie. Ma dove c’è da lottare, i Leoni lottano. Altri tredici anni passarono, aggiungendo un ulteriore bagaglio di buone amicizie, di saldi rapporti personali, di competenze forgiate dal servizio, di esperienze umane e spirituali cercate e coltivate, per rimettere lo zaino in spalla e ripartire per una nuova destinazione. Don Leone venne chiamato a condurre la parrocchia di Torre Boldone alla morte del parroco don Mario Merelli. Un riavvicinamento alla città in una realtà ancora una volta diversa e multiforme. Don Leone Anniversario 2018 - 03Qui trovò un tessuto urbano tanto vicino alla città da non avere quasi più una identità propria, dove la geografia del paese andava cambiando sia culturalmente che socialmente e spiritualmente. La parrocchia aveva sofferto di un lungo periodo per la mancanza di un punto di riferimento sicuro (la malattia del parroco don Mario aveva causato uno sfilacciamento delle relazioni e degli obiettivi). Nonostante la buona volontà di un certo zoccolo duro della comunità, fu necessario dare un volto nuovo a questa parrocchia, in un paese che andava cambiando faccia, rivisitando, ripensando e progettando i vari ambiti di servizio, creando una rete di collaborazione e di operatività in tutti quei settori in cui una parrocchia connota il suo volto. Per essere chiamata comunità che cammina, per divenire quella fontana del villaggio, che papa Giovanni aveva identificato come icona della parrocchia, dove tutti vanno ad attingere l’acqua della vita nuova. Il tutto all’insegna di tre parole fondamentali, che sono sempre state alla base degli insegnamenti e guida della missione di don Leone tra noi: motivazione, stile, competenza.Don Leone Anniversario 2018 - 02gli anni, con lo sviluppo urbano del paese ha sempre cercato di coinvolgere le persone, più persone, nella consapevolezza che solo con l’interazione tra il prete e i laici si poteva realizzare quel progetto di parrocchia, di comunità proiettata nel futuro della Chiesa, capace di incarnare nella quotidianità del vivere, i principi fondanti del Concilio. Don Leone, in tutti questi anni, ha visto passare accanto a sé tante persone, partendo dai suoi curati sempre amati e custoditi, dalle suore delle varie comunità di accoglienza presenti sul territorio, dai tanti laici che hanno contribuito ad edificare la parrocchia quale ora noi la vediamo. Tante persone di bello spessore umano e spirituale, alle quali intende rivolgere ringraziamento e plauso, tante persone che hanno fatto in modo che il lavoro del pastore, della guida, divenisse un lavoro corale, in sintonia per una buona vita della gente. La collaborazione con i sacerdoti degli altri paesi limitrofi lo hanno visto nella carica di vicario lavorare per la costruzione di un progetto comune di Chiesa che va oltre i confini territoriali, che sa guardare oltre la siepe l’orticello del vicino e capace di ascolto, accoglienza,carità. Gli ambiti operativi di un parroco non si limitano alle cose del Cielo, ma sono ben radicati anche sulla terra con la necessità anche per Torre Boldone e don Leone di mettere mano alle strutture. Così in questi vent’anni tutti noi abbiamo potuto vedere il grande lavoro di messa a norma e adeguamento di tanti complessi, a partire dalla chiesa parrocchiale, al campanile, alla chiesetta di san Martino Vecchie e a quella della Ronchella, ai lavori all’auditorium e all’oratorio (dove più volte si è intervenuti) al rifacimento del Centro Santa Margherita. Con notevole impegno economico e di energie, ma per dirla con don Leone,che nel frattempo è diventato monsignore, quel che è da fare va fatto. Ma non chiamatelo monsignore, per carità, una certa riservatezza, una sorta di ritrosia (in fondo è rimasto il suo stile originale quella della ‘valle più bella del mondo’!) fanno sì che preferisca essere tra la sua gente solo il parroco, il pastore che si adopera per condurre il gregge sulla buona strada. La mia storia si chiude qui, ma non quella di don Leone, alla quale tutti noi della redazione esprimiamo il nostro ringraziamento per esserci stati vicini in tutti questi anni, per averci aiutato a crescere, come persone e come cristiani. Riteniamo di poter essere portavoce di tutti gli operatori pastorali che con lui hanno collaborato e collaborano tuttora, di tutte le persone della parrocchia che lo hanno avvicinato ed apprezzato il suo lavoro, di tutta la gente che lo ha conosciuto come uomo e come prete per dirgli grazie di essere tra noi. Per tanto tempo ancora è il nostro augurio. Grazie monsignore… ma non troppo.

di Loretta Crema

N.d.r. se volete vedere qualche altra immagine del nostro parroco tra quelle archiviate nel sito, cliccate qui

I mercatini dell’Immacolata

mercatini immacolata - 7Sul piazzale della Chiesa, nel giorno dell’Immacolata, abbiamo avuto anche noi i nostri “Mercatini di Natale” , dove alcuni gruppi di volontari hanno proposto per la vendita a fine solidale i loro lavori a tema Natalizio.

Se non avete fatto in tempo a fare i vostri acquisti, potete contattare i vari gruppi per acquistare i vostri regali natalizi, aiutando così i vari canali solidali assistiti dai nostri gruppi, e nel contempo offrendo ad amici e parenti oggetti utili e graziosi, per un Natale da ricordare.

Cliccate qui per vedere tutte le immagini.

Vi aspettiamo sul sagrato…

Candele di natale           Sabato 8 dicembre                                                                         MERCATINI DI NATALE SOLIDALI                                                                 dalle ore 9,00 alle ore 18,00                                                                sul sagrato della Chiesa         parrocchiale di Torre Boldone.                                                                Vi  aspettiamo!

L’annullo filatelico

2018 Annullo Filatelico - (2)Nel corso dei festeggiamenti per il nostro patrono San Martino ma ancor di più nelle manifestazioni per ricordare i 300 anni di storia della nostra chiesetta alla Ronchella denominata anche “dei mortini” abbiamo notato una bancarella  un poco inusitata per le nostre consuetudini ma soprattutto per ciò che essa proponeva: un annullo filatelico.

2018 Annullo Filatelico - (3)Per i buongustai della filatelìa, che sono accorsi numerosi, è stato un evento significativo e ragguardevole, perché l’annullo proposto va ad avvalorare la loro già pur nutrita collezione di francobolli e nello specifico di annulli postali. Per sottolineare l’evento speciale della ricorrenza dei 300 anni di storia oltre alle molteplici proposte offerte, la Parrocchia ha voluto inserire anche uno “Speciale annullo filatelico” composto da quattro cartoline, 2 raffiguranti la chiesa parrocchiale e altre 2 la chiesetta della Ronchella, 2018 Annullo Filatelico - (1)con sul retro francobolli raffiguranti la Madonna, annullati per l’appunto da un timbro fatto realizzare appositamente per l’evento che raffigura la chiesetta con la scritta: “Benedizione solenne chiesa dei mortini alla Ronchella”.

Tutto questo grazie alla disponibilità di un nostro parrocchiano, Daniele Tintori, che da anni coltiva la passione della filatelìa e in particolare degli annulli postali che certificano, testimoniano e ricorderanno nel tempo eventi culturali, religiosi e sociali della nostra società contemporanea.

Molte sono state le persone che hanno desiderato avere anche questo singolare ricordo per i 300 anni della nostra chiesetta della Madonna del Suffragio.

Una serata di storia … La Ronchella

La sera di giovedì  29 novembre 2018 nel salone del Centro Santa Margherita si è tenuto un incontro per sottolineare i trecento anni della costruzione della  chiesetta alla Ronchella.

Serata-Ronchella - (9)Dopo una breve introduzione del nostro prevosto mons. Leone, la serata ha avuto tre momenti di particolare interesse: il primo inerente la cronologia storica degli avvenimenti che hanno determinato la costruzione della chiesetta “dei Serata-Ronchella - (2)mortini”.

Rosella Ferrari ci ha illustrato con puntuale chiarezza la storia della chiesetta della Ronchella e le varie vicissitudini legate alle motivazioni per cui si è giunti alla costruzione della medesima che solo molto tempo dopo ha avuto il suo epilogo nella concessione di poter erigere e consacrare la chiesetta dedicata alla Madonna, in ringraziamento per aver liberato le popolazioni del territorio dalla peste.

Roberta Grazioli, restauratrice, ci ha Serata-Ronchella - (21)spiegato con professionalità le varie fasi di lavorazione che si sono succedute nell’imponente lavoro di restauro del quadro raffigurante la Vergine del Suffragio: dall’analisi del tessuto, alla ricerca dei toni e dei chiaro-scuri conformi all’originale, alla correzione di alcuni restauri avvenuti precedentemente sino alla ricomposizione ottimale dell’intelaiatura della cornice.

Don Gino Cortesi si è invece soffermato sull’importanza religiosa che questo dipinto ha voluto significare nell’immediato del tempo, quando la peste devastò e decimò la popolazione del nostro paese e che poi ha distanza di un secolo altri hanno voluto ricordare e lo hanno fatto ponendo al centro del loro grazie riconoscente, la Madonna denominata “del Suffragio”.

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